Tolkien Archive: il punto di partenza




La prima volta che ho letto una storia di J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit, è stato durante il Natale del 1996. Da allora, il mio interesse per il Professore di Oxford è cresciuto in maniera esponenziale e quella che all'inizio era solo una curiosità letteraria è ben presto diventata una meravigliosa avventura fatta di studio, ricerca e pubblicazioni. Solo per citare le ultime: Tolkien's Library: An Annoatetd Cheklist (Luna Press), edito nel 2019 con Prefazione di Tom Shippey e vincitore del premio "Best Book" ai The Tolkien Society Awards 2020 e finalista nella cinquina dei Mythopeic Awards 2021 (prima e unica volta, in entrambi i casi, per uno studioso italiano) aggiornato in seconda edizione, nel 2023, con l'aggiunta della Postfazione di Verlyn Flieger. E poi la Guida completa al mondo di Tolkien (Vallardi) edita nel 2022, che vede l'introduzione di John Howe e la Postfazione di Brian Sibley.
Accanto alle soddisfazioni letterarie, aggiungo quelle delle tante iniziative pubbliche da me organizzate sulle quali spicca, senza ombra di dubbio, Tolkien. Uomo, Professore, Autorela grande mostra voluta dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e da me curata assieme alla COR di Roma. Un'esposizione che vede il supporto dell'Università di Oxford e il supporto scientifico di due amici e studiosi, Giuseppe Pezzini e Adriano Monti Buzzetti. Allestita a Roma presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna dal 16 novembre 2023 all'11 febbraio 2024, ha registrato oltre 80 mila visitatori, oggi ospitata, dal 16 marzo al 2 luglio 2024 nello splendido Palazzo Reale a Napoli. 

Nelle ultime tre decadi passate, diverse e tutte straordinariamente interessanti sono state le scoperte, gli approfondimenti, le intuizioni registrate durante gli studi e le ricerche in biblioteche, archivi, testi in Italia e all'estero. Di quanto ho raccolto, scoperto, catalogato, solo una minima parte (circa il 30%) è stata da me resa pubblica in articoli, libri e conferenze e penso, ne sono anzi convinto, sia giunto il momento di renderlo pubblico, nei limiti delle proprietà intellettuali, e renderlo disponibile a tutti gli studiosi (e non solo) tolkieniani. 

Da qui nasce l'idea di attivare Tolkien Archive anche se il nome deriva dall'omonimo evento promosso a Barletta il 18 e 19 maggio 2019 che vide la partecipazione di Catherine McIlwaine, Tolkien Archivist presso le Bodleian Libraries e curatrice della più importante mostra Tolkien: Maker of Middle-earth, allestita dal primo giugno al 28 ottobre 2018 alla Weston Library, Università di Oxford. 

L’evento

“So many special memories and of course it was wonderful to meet so many Tolkien enthusiasts and to be able to share the Tolkien archive with them.” - Catherine McIlwaine

Con Catherine McIlwaine
L'evento Tolkien Archive partì da un'idea e dal desiderio di sperimentare un modello nuovo in Italia di condivisione nel campo degli studi tolkieniani. Per far sì che idea e azione trovassero sintesi non potevo esimermi dal confrontarmi con chi è titolata, quotidianamente, a studiare e catalogare il più importante archivio tolkieniano, oggi conservato a Oxford: Catherine McIlwaine, la Tolkien Archivist delle Bodleian Libraries.
È utile, a tale proposito, ricordare come alla Bodleian vi siano tanti archivisti ma solo due si occupano di temi specifici: Jeremy McIlwaine, per la storia del partito conservatore inglese, e Catherine McIlwaine per l'archivio di Tolkien, quest'ultima sostenuta in tutto e per tutto dalla Tolkien Estate.

Lo schema del Tolkien Archive fu molto semplice: tre sessioni di studio suddivise in due giorni, un relatore, un numero definito e selezionato di studiosi che vi presero parte. Ogni sessione copriva intere mattinate e pomeriggi si apriva con la presentazione e discussione su un preciso tema e a seguire l'interazione tra studiosi e relatore.

Prima sessione: Laura Bartoli e Catherine McIlwiane

La prima sessione di sabato mattina fu dedicata alla conoscenza della Bodleian Library: la sua storia; il contesto storico e culturale dentro il quale si è sviluppata ed evoluta; la città di Oxford e la sua Università così come il sistema dei College e le loro biblioteche. Catherine ha presentato i numeri della Bodleian: dalla mole di libri conservati che superano ampiamente le due cifre e i nove zeri (essendo una ‘copyright library’ e quindi depositaria di almeno una copia di ogni pubblicazione stampata in Inghilterra), al numero di accessi annuali che fanno tremare i polsi. Altro tema della sessione fu la connessione tra Tolkien e la Bodleian, con il primo approccio documentato dal certificato, mostrato da Catherine, con il quale Tolkien s’iscrisse alla Biblioteca alla fine del 1913, due anni dopo il suo arrivo a Oxford. Altri argomenti affrontati: la vita professionale di Tolkien a Oxford; la Bodleian come sua fonte d’ispirazione; i libri presi in prestito prima, durante e dopo la conferenza Sulle Fiabe del marzo 1939 e il cartoncino del prestito usato come segnalibro dallo stesso Tolkien lasciato in uno dei libri, ritrovato recentemente, all’inizio della storia The Dragon of the North in The Yellow Fairy Book di Andrew Lang. Catherine si soffermò su questa storia spiegando le varie coincidenze che si ritrovano nel Signore degli Anelli. Poi si passò al rapporto tra Tolkien, gli Inklings (Lewis, Williams, Green e altri) e la Bodleian e del perché l’archivio di Tolkien oggi si trovi a Oxford con riferimenti alla Tolkien Estate e alle diverse restrizioni. Per ogni tema toccato, esaurientemente e splendidamente, Catherine raccontò aneddoti e collegamenti davvero interessanti.

Seconda sessione: Sergio Dimiccoli e Catherine McIlwiane

Con la seconda sessione tenuta nel pomeriggio di sabato, ci si concentrò sull’importante patrimonio tolkieniano conservato nella Bodleian Library fatto di lettere, manoscritti, appunti, fotografie, note, disegni, acquerelli e libri appartenuti a Tolkien. Catherine descrisse ampiamente il materiale conservato in centinaia di box che coprono l’intera vita di Tolkien partendo dalla sua donazione voluta dal figlio Christopher dopo la morte del padre. A seguire, la specifica suddivisione dell’archivio per periodi e finalità con l’illustrazione del materiale riferibile alla vita accademica e al suo Legendarium, alla sua attività artistica fino alla documentazione non ancora accessibile agli studiosi. Catherine parlò degli accessi all’archivio, sottolineando il numero quasi triplicato nel 2019 in concomitanza con la mostra Tolkien: Maker of Middle-earth, mostrando come il maggior numero di studiosi che chiedevano di poter accedere all'archivio provenissero dagli Stati Uniti. Spiegò di quanto ancora c’è da analizzare e studiare nell’archivio e delle scoperte che alcuni studiosi hanno recentemente fatto e che ella stessa ignorava. Ad esempio, citò la lunga ricerca di Giovanni Costabile, presente alle sessioni, che durante i suoi studi alla Bodleian sul testo del Sir Gawain and the Green Knight, durato circa un mese, scoprì sul retro di una delle pagine manoscritte una bozza del “Consiglio di Elrond” del Signore degli Anelli a conferma di quanto l’interesse letterario e la vita accademica di Tolkien  andassero di pari passo. Ovviamente Catherine non è una tuttologa di Tolkien e per questo spiegò che per il suo lavoro si avvale della collaborazione di studiosi di materie specifiche come Carl Hostetter per il materiale linguistico. Si passò al rapporto con la Tolkien Estate e il lavoro di conservazione e tutela dell’archivio. Ultimo tema toccato da Catherine, fu la documentazione tolkieniana conservata in altri archivi nel mondo e le ricerche che ha compiuto negli anni come quella sul materiale della Allen and Unwin dove, consultando il registro delle opere ricevute del mese di ottobre 1936 (mese in cui fu accettato The Hobbit), scoprì che solo il 9% dei manoscritti furono accettati.

Terza sessione: Giovanni C. Costabile e Catherine McIlwiane

La terza e ultima sessione, quella tenuta nella mattinata di domenica, è stata interamente dedicata alla mostra Tolkien: Maker of Middle-earth allestita a Oxford da giugno a ottobre del 2019, curata dalla stessa Catherine che ha avuto modo di condividere con i presenti le curiosità, gli aneddoti, un certo scetticismo sul reale interesse per Tolkien poi smentito dai numeri, i retroscena e il duro lavoro che l’hanno condotta a realizzare la più grande mostra dedicata a Tolkien mai realizzata prima.

Conferenze pubblica: Victor Rivera Magos, Fulvio Delle Donne,
Oronzo Cilli, Sergio Dimiccoli e Catherine McIlwaine

Come previsto da programma, la sera di sabato Catherine intervenne alla conferenza pubblica illustrando il lavoro del volume Tolkien: Maker of Middle-earth edito dalla Bodleian Library e che arriverà, tradotto in Italia nel 2020 dalla Mondadori. 

Torre libraria del Castello di Barletta: Emanuele Romallo,
Catherine e 
Jeremy McIlwaine e Sergio Dimiccoli


Catherine e Jeremy McIlwaine
nel mio studio
 Durante le giornate a Barletta, Catherine mi ha chiesto se conservassi un testo che non aveva mai avuto l’opportunità di visionare dal vivo e che mancava nell’archivio della Bodleian. Quel libro era nella mia biblioteca e così ho avuto il privilegio di guardare Catherine mentre lo sfogliava usando parole di ammirazione. Ho volutamente usato il passato, perché ho pensato che fosse giusto che a conservarlo fosse l’archivio di Tolkien e fosse a disposizione di altri studiosi e così l’ho donato a Catherine affinché lo (ri)portasse a Oxford. Se la vita vorrà, mi darà un’altra occasione per averne una copia e comunque credo che Tolkien avrebbe condiviso. 








Il Tolkien Archive e il futuro

Il Tolkien Archive nasce con il duplice obiettivo di mettere a disposizione di tutti i miei studi e le mie ricerche e poi, rendere disponibile un patrimonio librario e documentale sulla vita e le opere di J. R. R. Tolkien unico nel nostro paese conservato nella mia personale collezione.

Giugno 2018: Cilli, Costabile e Scattolini
sala consultazione, Weston Library, Oxford
Con Catherine ho ragionato sull’importanza di renderlo fruibile, cercando di capire come dar vita, anche in Italia, ad uno spazio che possa contare su un patrimonio di circa 7.000 volumi: opere accademiche di Tolkien ormai introvabili; traduzioni dei suoi libri in oltre cinquanta lingue (e tra queste tutte le edizioni pubblicate in Italia, Francia, UK, US ecc.); centinaia di libri appartenuti, firmati e annotati da amici, colleghi e familiari di Tolkien. E ancora: lettere e libri appartenuti allo stesso Tolkien e tanto altro materiale ancora. Una raccolta che ha stupito la stessa Catherine per quantità e qualità. I primi passi sono stati compiuti con la catalogazione del materiale librario e documentale così come la definizione delle modalità per la consultazione e l’utilizzo.